Continua la forestazione, da parte della Fondazione CR Carpi, del grande Parco Santacroce, di sua proprietà, per dotarlo di 10.000 esemplari vegetali entro la primavera 2022.
Alla massiccia attività di imboschimento della vasta area verde, estesa per 26 ettari, la Fondazione CR Carpi ha dato il via anche alla messa a dimora di un variegato ortofrutteto, costituito da specie antiche e tipiche, oltre alla creazione di un’area ortiva e di un’annessa zona per l’outdooor education, la didattica eseguita all’aria aperta e in piena natura.
I lavori, partiti in questi giorni, prevedono la piantumazione di una settantina di alberi da frutto e la formazione di filari della tipica “piantata carpigiana”, antico sistema di coltivazione della vite, nel quale i pali tutori sono sostituiti da piante vive che, in questo caso, sono costituiti da aceri campestri.
Meli, peri, susini, ciliegi, albicocchi, peschi, oltre ai cosiddetti “frutti dimenticati”, come i cotogni: sessantasei specie diverse, tra tipicità del territorio, come la pera spina di Carpi, ma anche coltivazioni caratteristiche delle diverse zone della penisola italiana, affiancate a varietà in via di estinzione, tutte riunite nella zona Est del grande parco naturale, sia per soddisfare la finalità didattica di consentire la loro concreta conoscenza, sia per richiamare un’ottica di salvaguardia e di preservazione della loro biodiversità.
Il massiccio potenziamento del verde del grande Parco Santacroce, avviato dalla Fondazione CR Carpi e in linea con quanto scaturito nell’ambito della COP26, ha preso il via a fine aprile, per passare dalle iniziali 3.000 piante già presenti a 10.000 esemplari vegetali, tra alberi e arbusti ornamentali ed essenze autoctone, e dare vita, a ridosso del centro urbano, a un ampio polmone verde per la mitigazione ambientale e per la dimensione ricreativa, il benessere e la didattica outdoor. Ad oggi si sta operando per la formazione di un nuovo bosco querco-carpineto, tipica estensione di alberature della pianura padana di una volta, con la messa a dimora, nella zona Est, di centinaia di piante, tra farnie, carpini, aceri campestri, frassini, ornielli, ciliegi e meli selvatici. Si è provveduto a prolungare il grande filare dei platani, già esistente e in posizione baricentrica nel parco, in modo da farlo congiungere all’altro filare, quello dei tigli, collocato in fondo alla grande distesa verde. È stata schermata, con decine di carpini ramificati, l’area industriale confinante ed infine è stata completata la messa a dimora degli alberi per la formazione di un secondo nuovo bosco planiziale, posto nella zona Ovest.
I lavori proseguiranno a breve con la messa dimora delle piante fornite dalla Regione nell’ambito del progetto di riforestazione dell’Emilia Romagna, per formare il terzo bosco del grande parco e seguiranno con la formazione di un teatro di verzura nel verde e con le opere per consentire la fruizione del parco in sicurezza e renderlo un contenitore verde da vivere a 360 gradi.