Le due iniziative mettono a disposizione complessivamente 115 milioni di euro (69 milioni di euro per la Prima Infanzia e 46 milioni di euro per l’Adolescenza) e sono rivolte a organizzazioni del terzo settore e al mondo della scuola.
I bandi sono pubblicati sul sito: Con i Bambini
Lo scorso aprile, il Governo e le Fondazioni di origine bancaria, tra cui la Fondazione CR Carpi, hanno firmato un Protocollo di Intesa per la costituzione del Fondo (Art. 1 comma 392 della legge 28 dicembre 2015, n. 208) destinato al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori.
La governance del Fondo è affidata a un Comitato di Indirizzo Strategico, composto da quattro rappresentanti del Governo, quattro delle Fondazioni, tra cui il presidente della Fondazione CR Carpi, Giuseppe Schena, quattro del Terzo Settore, due esperti in materie statistiche nominati dall’Isfol e uno dall’EIEF – Istituto Einaudi per l’economia e la finanza e presieduto dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Tommaso Nannicini.
Con la pubblicazione dei due bandi il progetto entra dunque nella fase operativa.
Una quota delle risorse sarà ripartita a livello regionale, in relazione ai bisogni di ciascun territorio. Nella programmazione del secondo anno, il Fondo promuoverà interventi rivolti anche ad altre fasce d’età.
I BANDI
Il Bando per la prima infanzia ha l’obiettivo di potenziare l’offerta di servizi di cura ed educazione dedicati ai minori tra 0 e 6 anni, con particolare riferimento ai bambini appartenenti a famiglie in difficoltà. Un ruolo centrale dovranno avere le famiglie, da coinvolgere attivamente negli interventi sia nella fase di progettazione che in quella di realizzazione delle attività.
Le proposte dovranno essere presentate esclusivamente on line, tramite la sezione Presentazione Progetti (attiva dal 7 novembre) sul sito web www.conibambini.org. La presentazione delle proposte è strutturata in due fasi: la prima prevede la presentazione delle idee progettuali entro le ore 13:00 di lunedì 16 gennaio 2017; la seconda prevede lo sviluppo in progetti esecutivi delle idee progettuali selezionate, entro 60 giorni dalla data di comunicazione dell’esito della prima fase.
Il Bando mette a disposizione complessivamente fino a un massimo di 69 milioni di euro, in funzione della qualità progettuale delle proposte ricevute.
Il Bando dedicato all’adolescenza si propone di promuovere e stimolare la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di dispersione e abbandono scolastici di adolescenti nella fascia di età compresa tra 11 e 17 anni. Le proposte dovranno prevedere azioni congiunte dentro e fuori la scuola, per ri-avvicinare i giovani che hanno abbandonato gli studi o che presentano forti rischi di dispersione; la promozione della scuola aperta, ossia un luogo di apprendimento, confronto, socializzazione e crescita, con l’auspicata partecipazione, fin dalla fase di progettazione, degli Istituti scolastici.
Attraverso la combinazione di attività scolastiche, attività extra-scolastiche e tempo libero dovranno essere sperimentate soluzioni innovative e integrate, volte a prevenire e a contrastare la dispersione e l’abbandono scolastici, nonché ad arricchire di contenuti e di esperienze i processi di apprendimento, a sviluppare e rafforzare competenze sociali, relazionali, sportive, artistico-ricreative, scientifico-tecnologiche, economiche e di cittadinanza attiva, e a contrastare lo sviluppo di dipendenze e del fenomeno del bullismo.
Le proposte dovranno essere presentate esclusivamente on line, tramite la sezione Presentazione Progetti (attiva dal 7 novembre) del sito web www.conibambini.org. Anche in questo caso la presentazione delle proposte si articola in due fasi: nella prima fase è previsto l’invio delle idee progettuali entro le ore 13:00 di mercoledì 8 febbraio; nella seconda si prevede, invece, lo sviluppo in progetti esecutivi delle idee progettuali selezionate, entro 60 giorni dalla data di comunicazione dell’esito della prima fase.
Il Bando mette a disposizione complessivamente fino a un massimo di 46 milioni di euro, in funzione della qualità progettuale delle proposte ricevute.
Per entrambi i bandi, le proposte dovranno prevedere il coinvolgimento di soggetti che, a vario titolo, si occupano di infanzia, educazione, minori (scuole, famiglie e più in generale la comunità educante).
Gli interventi proposti, inoltre, dovranno adottare adeguati e innovativi strumenti di valutazione d’impatto.
Le proposte dovranno essere presentate da partnership costituite da minimo 2 soggetti, di cui almeno un ente del terzo settore. Potranno essere coinvolti, inoltre, scuole, istituzioni, università.
LA POVERTÀ EDICATIVA MINORILE IN ITALIA
La condizione di povertà di un minore è frutto del contesto economico, sanitario, familiare e abitativo, della disponibilità o meno di spazi accessibili, dell’assenza di servizi di cura e tutela dell’infanzia: non è legata solo alle cattive condizioni economiche, ma è determinata anche da povertà di relazioni, isolamento, cattiva alimentazione e scarsa cura della salute, carenza di servizi, di opportunità educative e di apprendimento non formale. La povertà educativa è insidiosa quanto e più di quella economica. Priva bambini e adolescenti della possibilità di apprendere e sperimentare, scoprendo le proprie capacità, sviluppando le proprie competenze, coltivando i propri talenti e allargando le proprie aspirazioni. La povertà educativa investe anche la dimensione emotiva, della socialità e della capacità di relazionarsi con il mondo. Si creano così le condizioni per lo sfruttamento precoce nel mercato del lavoro, per l’abbandono e la dispersione scolastica (nelle loro diverse manifestazioni), per fenomeni di bullismo e di violenza nelle relazioni tra pari.
I tempi della crisi e della recessione hanno visto precipitare la spesa sociale in Italia e triplicare l’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con almeno un minore, che tra il 2005 e il 2014 è passata dal 2,8% all’8,5%, per un totale di oltre 1 milione di bambini colpiti (1 minore su 10). Il Rapporto sul Benessere Equo e Solidale in Italia evidenzia come la povertà minorile si sia aggravata. Per quanto riguarda la prima infanzia, la povertà ha effetti di lungo termine e comporta un maggiore rischio di esclusione sociale per gli adulti di domani: già a 3 anni è rilevabile uno svantaggio nello sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo dei bambini provenienti da famiglie più disagiate e, in assenza di interventi adeguati entro i 5 anni, il divario aumenta ulteriormente.
È ormai diffusa la consapevolezza che l’accesso a servizi socio-educativi di qualità, soprattutto nella prima infanzia, è in grado di incidere sulla riduzione delle disuguaglianze e sull’aumento delle opportunità di “mobilità sociale”. Per quanto la fruizione di servizi per bambini fino a 3 anni sia in crescita, l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi europei e dai valori di altri Paesi europei. La copertura media dei nidi sul territorio italiano, ad esempio, era pari nel 2014 al 19,1%, con forti differenze territoriali: dal 2,1% in alcuni territori del Sud al 26,7% nel Centro-Nord.
Questo divario non si riflette solo sull’accessibilità ai servizi educativi e di cura, ma ancor più sulla loro qualità, in funzione certamente della capacità dei comuni e di altri enti pubblici di investire sulla prima infanzia, ma anche della frammentarietà nella gestione dei servizi e della discontinuità delle offerte, della mancata integrazione tra i soggetti coinvolti, del basso stimolo all’innovazione e alla diffusione di nuove pratiche. Il contributo a carico delle famiglie è aumentato inoltre fino a un quinto della spesa per gli asili nido: il costo crescente a carico delle famiglie per i servizi alla prima infanzia rischia di mettere in difficoltà i nuclei familiari più fragili o in contesti più svantaggiati, proprio in un momento fondamentale per lo sviluppo delle capacità cognitive dei bambini, che inciderà sui percorsi scolastici e di socializzazione, e quindi nelle fasi successive della loro vita.